Nell'anno europeo dedicato al volontariato, il mondo del "terzo settore", dell'associazionismo e del sevizio gratuito al prossimo fanno i conti con una società in rapida trasformazione. Cambiano le esigenze, ma anche le attese. Il "fare" del volontariato, oggi, è qualcosa di sempre più complesso, perché non si limita all'assistenza ma si impegna anche alla promozione.
Inoltre "educa" divulgando la cultura e la prassi della solidarietà, sensibilizzando i cittadini a conoscere i problemi. Purché non sia utilizzato per tappare buchi del welfare. " " Il volontariato fa non pochi sforzi per adeguarsi ai tempi. Pur essendo basato sulla gratuità, aumenta il numero di persone remunerate e la professionalità; cerca di diversificare le fonti di finanziamento, tra pubblico e privato; investe molto in formazione; si sforza di rinnovarsi. " " I cittadini si fidano di più del volontariato che delle istituzioni. Esso è più sviluppato ed efficiente nelle regioni in cui ce n'è meno bisogno e dove i servizi pubblici funzionano meglio: Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Trentino. " " Non basta "saper fare" il volontariato per essere dei bravi volontari, come non basta essere dei bravi volontari per far sì che l'organizzazione funzioni. Occorre la formazione, che dà senso ai gesti di gratuità e favorisce il pensare e l'agire etico. " " L'impegno nel volontariato, benché possa essere percepito e a volte vissuto come un'alternativa alla politica e una conseguenza della disaffezione all'impegno politico, è in realtà, soprattutto per i giovani, una strada da percorrere per sviluppare reali forme di partecipazione attiva e per cominciare a sperimentare il sottile filo della responsabilità civica. " Tratto dalla rivista "Segno"(mensile di Azione Cattolica) ? numero di marzo 2011
Matteo Di Biase
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