mercoledì 15 febbraio 2012

" Non - so - più - cosa - fare "


Sfrutto ancora lo spazio sul blog per parlare di musica, o meglio vorrei parlare di musica se al festival di Sanremo se ne fosse sentita di buona (si salvano Nina Zilli e Noemi, va detto). Invece parliamo un pò di Celentano: Sono le ore 22.10 della prima serata del Festival 2012 e Adriano Celentano fa la sua comparsa sullo stage dell'Ariston, inscenando un apocalittico conflitto a fuoco per richiamare le immagini di copertina del "suo" nuovo album.
 Facciamo finta che sia vero ( "suo", si ,tra virgolette, perchè il genio Celentano queste canzoni così anarchiche che tanto gli piaccioni deve farsele scrivere da artisti ben più dotati, quali Manu Chao, Battiato, Sangiorgi e Jovanotti). Celentano parlerà per oltre un ora e un quarto, tartassando i poveri italiani che aspettavano la buona musica (e che avevano già sopportato Samuele Bersani e Francesco Renga!) con discorsi politicizzati contro la chiesa, contro il consumismo, con Monti, Berlusconi eccetera eccetera.

La verità è che Celentano è un impostore. Celentano è un populista, uno che va in TV a proporre con atteggiamenti da rockstar (che forse non è mai stato) dei discorsi da bar, che colpiscono non tanto per le banalità dette e ridette ma soprattutto per questo suo modo, meditativo, dubbioso, angoscioso che ha nel dirle. Personalmente schifato all'idea che 300.000 euro del canone Rai siano stati dati a quest'uomo (sperano che ALMENO vadano in beneficenza) ho girato dopo 10 minuti, mentre Celentano attaccava i preti e Famiglia Cristiana. Su tale argomento posso dire che le opinioni di Celentano, che si possono condividere, suonano fuori luogo perchè pronunciate da un Signor Nessuno, uno che dopo 35 di carriera da artista 4 accordi  ha preso e deciso di diventare filosofo, politicante, menestrello della massa e profeta degli operai.E' giusto che Celentano goda ancora di spazi come quello di ieri sera? Un cantante, anzi, un artista (poichè egli si definisce tale) dovrebbe esprimere le sue idee tramite la propria arte, non assorbendo oltre un ora di attenzione al pubblico del tubo catodico. Come sempre, l'Audience la fa da padrona e l'etica viene irrimediabilmente messa in secondo piano.

Mi auguro che ancora esista chi sa valutare bene le proprie fonti e identificare il limite per il quale un personaggio pubblico possa dire o non possa dire.  MAURIZIO AVVENENTE

2 commenti:

  1. Condivisibili o meno le idee, o meglio le opinioni, se espresse senza stile perdono il loro fascino e la loro efficacia comunicativa. Aimé, bisogna considerare una platea, non piccola, di persone che trovano seduttivo il linguaggio di basso livello, forse per identificarsi e non dover troppo comparare le loro intelligenze.
    Roberto B.
    PS: comunque tutti i vostri post mi piacciono proprio...mi piacciono perché nascono alla vostra idea originale e non dai surrogati mentali cui siete obbligati ad assitere.

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  2. Personalmente non vedo così negativamente Celentano, per quanto il suo modo di esporre possa effettivamente risultare stucchevole e il suo livello culturale sia tutto meno che alto. A Sanremo ha detto cose in parte condivisibili, in ogni caso non ha promosso alcuna censura, ha solo espresso un'opinione: effettivamente, giornali che dichiarano di occuparsi di fede dovrebbero fare quello, smettendo di influenzare la politica su questioni estremamente importanti. Quanto ai soldi che Celentano guadagna, in effetti sono molti, ma quanti sono quelli delle varie Belen, vallette e vallettine, comici demenziali che fanno tutto meno che far ridere (i Soliti Idioti)?? Se poi questi soldi andranno davvero in beneficenza, come Celentano ha detto, trovo ancora più assurda la polemica che è nata sul suo conto. Certi giornali hanno commentato che "è facile far beneficenza coi soldi altrui", ma tutto ciò è molto stupido: se infatti io dessi in beneficenza, poniamo il caso, 300 euro al mese, si tratterebbe comunque di soldi guadagnati con la mia professione, quindi "di qualcun altro", perché me li darebbe l'ente o l'azienda per cui lavoro.

    C'è però qualcosa di condivisibile anche in quello che dici tu, e cioè che Celentano cavalca un certo populismo. Il problema è che forse in Italia c'è sempre e comunque bisogno di questo populismo e che la gente ha bisogno di predicatori, a cui riservare ora gli applausi, ora i fischi. E' proprio questo il punto.

    Che Celentano sia "un signor nessuno", invece, è almeno in parte falso, e credo che musicalmente non lo si possa discutere, almeno per il suo passato. Vale un po' quello che possiamo dire per altri personaggi come Grillo, che sono stati dei grandi comici sinché non si sono messi a fare altro, e cioè i predicatori.

    Apprezzo comunque la sincerità e la schiettezza dell'articolo. :)

    Marco V.

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